Ancora sulla biennale di Venezia 2011, ecco il testo di Sparagna inserito nel catologo (skira) "L'arte non è cosa nostra" con la traduzione in inglese.
Fabrizio Bicio Fabbri è uno dei più singolari tra gli autori storici di Frigidaire, rivista con cui collabora da più di vent'anni. Le sue vignette e i suoi fumetti sembrano quadri in miniatura. E all'inverso, i suoi quadri sembrano frammenti di un fumetto gigantesco, una sorta di racconto infinito la cui trama è lasciata all'immaginazione dello spettatore.
La continua mescolanza tra pittura e fumetto, satira e poesia è il suo tratto più interessante. Fabbri non si stanca di esplorare tutte le forme della comunicazione disegnata e scritta.
Ha la capacità di stupirsi del mondo e raccontarlo in modi sempre nuovi, in uno stile non presentuoso talvolta perfino naif, che può permettersi qualsiasi citazione senza per questo diventare imitativo.
E' un osservatore curioso, un osservatore spontaneo e inesauribile.
Vi è una grazia innata nelle sue figure esili, nei cieli verdi e nei labirinti rossi o violacei che spesso arricchiscono di decorazioni insolite le sue tele/fumetti o i suoi fumetti/tele. Forse la sua semplicità può far arricciare il naso a qualche signorina Richmond della "criticacritica", ma lui è così : un artista pulito da guardare, leggere e rileggere, un affabulatore di figure e di fatti, cche quando racconta verità amare lo fa teneramente, in punta di matita. Questa semplicità non è tuttavia banale: i suoi quadri, le sue bizzarre colorazioni di sedie e altri oggetti quotidiani, le sue storielle nascondono quasi un pudore un sostrato pittorico denso di rinvii colti. Le sue immagini sollecitano lo spettatore a riflettere a sognare a oltrepassare la quotidianità brutale e inserirla in una prospettiva universale.
Lo si potrebbe definire un pessimista, ma non serioso o triste, piuttosto scanzonato e ironico, perchè come diceva Samuel Beckett, "Quando siamo nella merda fino al collo, non ci resta che cantare".
Fabrizio Bicio Fabbri is one of the most original pf the historic Frigidaire artists, ands been contibuting to the magazine for twenty years. His cartoons and comic strips are like miniature paintings.
Conversely, his paintings are like fragments of giant strip, a kind of nrever-ending story whose plot is left to the viewer's immagination.
To costant mix painting cartoon, satire and poetry in his work is his most interesting characteristic.
Fabbri never tires of exploring all forms of drawn and written communication.He is capable of being astonished by the worlld and of recounting it in ever-new ways in a style that is not presumptous, indeed it caan even be naif, and able of to incorporate any kind of reference whitout becoming
imitative. He is curious observer, a natural storyteller who never runs out of ideas. There is an innate charm in is small splender figures, his green skies, his red and purlple mazes that often form the unusual decoration in is canvases/cartoons and cartoons/canvases. The Ms Richmond of critical criticism may wrinkle their noses at his simplicity, but that's the way he is. He's an honest artist to be contemplated, read and reread; a raconteur of figures and events who tiptoes with his pencil even when recounting bitter truths.
His simplicity is not banal, however. His pictures his wildly coulored seats and everyday objects, his little stories conceal, almost modestly, a pictorial substratum rich in cultured references. His images encourage the viwier to think, to drea, to go beyond the ugliness of everyday life and to see things from a universal prospecctive. One could call him a pessimist, but rather than serious or sad, he is breezy and ironic, because, to say it with Samuel Beckett, "When you're up to your neck in shit, all you can do is sing".
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